"Da uomo che approccia questo libro con una quantità inspiegabile di conoscenze pregresse (e.g. sulla violenza ostetrica) non posso che essere contento di aver letto "Utero con vista". Il prologo dice tutto: questo libro ambisce ad essere un esorcismo collettivo.

Sarà nato prima il patriarcato o una medicalizzazione forzata e ignorante ai danni soprattutto delle donne? Sicuramente il primo, ma la grande lezione di 'utero con vista' mi sembra che la seconda sia forse addirittura più perversa (o a essere ottimisti, più facilmente risolvibile). D'altronde uno spazio sicuro, ma sicuro davvero, a cui rivolgersi in un momento di debolezza fisica o di bisogno sarebbe già un grande passo avanti.

E invece no. Il 'mostruoso' è scoprire una scienza medica fatta dagli uomini (dai sintomi dell'infarto che sono tarati sull'uomo medio) anche quando si tratta di organi che gli uomini generalmente non hanno. E da questa premessa già abbastanza devastante arriva una serie di conseguenze che hanno un sapore orrorifico, quasi grimdark; e dire che se parliamo di letteratura di genere Utero con vista (ma soprattutto la condizione femminile) è un grandissimo esempio di body horror.

Utero con vista non è un libro perfetto. Per esempio gli spazi più prettamente di ricerca scientifica, alla fine di ogni capitoletto, sono scritti con un font piccolissimo e per questo non molto accessibile (oltre al messaggio di fondo: font piccolo, non importante da leggere). E ci sono un paio di scivoloni (ma devo dire letteralmente un paio in un libro di 360 pagine) che riprendono il peggio di un femminismo pop, un po' distorto, un po' americano.

Ma sono fermamente convinto che una società migliore sia possibile solo attraverso l'empatia, e che l'empatia sia impossibile senza uno spazio di condivisione. In questo senso l'esorcismo collettivo di Utero con vista funziona alla perfezione ed è una finestra se non importante, utile."